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Dama

 

 

Serata a corte.

 

A passo lento, tra calde luci: un trionfo di ricami e pizzi circondano, vezzosi, il morbido velluto. Le dita si muovono, leggere, racchiuse nel guanto di raso: le gote cipriate illuminano il candido volto, le ciglia sottili celano lo sguardo regale. Entra la dama. Invade lo spazio con il suo portamento, estende con grazia il suo profumo, lasciando che gli spettatori godano delle note imperiali della Tuberosa, delle tracce sublimi dei Fiori d’Arancio, della sincera eleganza della Gardenia.

Un turbinìo di note floreali inebria la vista che si prostra, reverente, dinanzi a cotanta magnificenza.

 

 

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